domenica 2 dicembre 2012

Francesco, Damiano e Luca. Ma è davvero finita?

Tre come tanti, tre come noi, tre di noi. Per una settimana intera le famiglie, gli amici e tutti gli appassionati di montagna hanno seguito la vicenda. Il cuore in gola quando, ogni giorno, aprivi la finestra di internet nella speranze di leggere qualcosa che desse una ragione valida per continuare a dire “Forza ragazzi…”.


Si teme, purtroppo, che finisca così: con una dichiarazione del comandante del Pghm di Briançon Stephane Bozon che, il pomeriggio del primo dicembre, convoca le famiglie dei dispersi spiegando loro che ormai le speranze di ritrovarli vivi sono pari a zero.
Ma come? Zero? Davvero si interrompono le ricerche? Gli amici sono senza parole, per non parlare dello stato emotivo delle famiglie. Impensabile, inimmaginabile.

Francesco, Damiano e Luca. I tre nomi che, da una settimana, passano di bocca in bocca, affollano le pagine dei giornali e del web.
Dici: erano quasi alla fine, avevano terminato la serie di doppie. Cosa diamine è successo? Niente. La risposta non arriva. E non arriverà mai. Mi chiedo cosa possa essere, a livello mentale, elaborare la morte di un fantasma. Sì, perché la situazione è irreale. Ti hanno detto che non ci sono più speranze, di tornare a casa. A casa? A casa dove? Senza di lui? Senza un figlio, senza un marito, senza neanche il loro corpo.
Ti hanno detto che bisogna sperare nel disgelo primaverile per ritrovarli, se sono caduti vittime di qualche valanga. Sai che non verranno ritrovati più neppure i corpi, se inghiottiti da qualche crepaccio.

Le parole non potranno mai esprimere la bufera mediatica che si è scatenata sul web, tra il popolo degli appassionati di montagna, a partire da un paio di giorni dopo la scomparsa. Se all’inizio tutti credevano in un veloce ritrovamento perché, lo ripeto, erano quasi arrivati (sebbene il tratto da percorrere non fosse dei più semplici e sicuri), col passare dei giorni ognuno ha voluto dire la sua. Si è assistito ad un crescendo di emozioni, traducibili in comportamenti molto diversi. Giovedì si potevano ancora leggere commenti pieni di speranza: “Nessuno sa cosa sia accaduto, ne parleremo ad un tavolo, con loro, di fronte ad una birra…”. “Ma con la prima vera perturbazione in arrivo, non è stato forse un azzardo?”. “Perché? Non venirmi a dire che tu non vai il weekend in montagna anche quando danno perturbazione in arrivo!”. Qualche botta e risposta, perché i commenti circa quello che sarebbe stato consigliabile fare o non fare e le critiche, sono superflui in situazioni come questa.
Notizie che rischiano di accavallarsi e di contraddirsi quando internet viaggia a velocità doppia rispetto a dichiarazioni di carta e televisioni. E’ accaduto infatti che le notizie arrivassero prima su Facebook o sui forum di montagna, attraverso il passaparola di amici, soccorritori impegnati nelle ricerche e conoscenti. E’ comparso il commento, sulla rete, che uno degli elicotteri che più e più volte ha sorvolato la zona del Dome Des Ecrins, fosse stato finanziato dagli amici. “Grandi!” è stato il commento.
Anche su On Ice.it, noto portale tra gli alpinisti della bergamasca, si stava scatenando l’inferno dei botta e risposta, sottolineando l’inattendibilità e la fretta nel diffondere le notizie da parte di siti di informazione come, tanto per citarne uno, Montagnatv. Ha detto stop a questo inutile battibecco il moderatore dello stesso On Ice che ha “chiuso a lucchetto” il post sottolineando di “evitare di continuare una conversazione del genere proprio su quel sito mentre ci sono persone che soffrono”. Ave a lui, perché in queste situazioni tatto e buon senso, lo si dovrebbe sapere, sono d’obbligo!
Tanto più che sia Luca che Francesco sono ben conosciuti tra i frequentatori del forum OnIce. Nick name: il Ganja ed il Barbarossa. Sono… perché erano non si riesce ancora ad utilizzare.
Tante le candele che in questi giorni sono state messe a bruciare sul davanzale delle finestre, in segno di speranza. L’iniziativa era partita dal forum di On Ice diffondendosi poi anche su Facebook.
Tanti gli amici che si sono recati a Briancon, nella speranza che fosse il giorno giusto, quello del ritrovamento, ma anche per guardare negli occhi i familiari, stringere loro la mano e sostenerli in questa drammatica situazione.

Sono partecipe del drammatico momento. Non ho fatto montagna con lui. Mi ha solo chiamato al cell tempo fa, leggendo il mio report qui in on-ice, che riportava del mio infarto in montagna. Mi ha invitato da lui, ai Riuniti di Bergamo,mi ha visitato e seguito. Mi sono sdebitato,( a fatica) regalandogli un libro di montagna prezioso per me, in quanto introvabile. E' stato felicissimo, e abbiamo cominciato a parlare di salite e montagne.

Un forte, un grande.

Aspettiamo.

Come tutti quelli che conoscevano seppur per qualche ,poche gite effettuate assieme al ganja e barbarossa soffrono al pensiero di questa immane tragedia. Nella mia mente ho nitide due singole immagini di loro . il sorriso del ganja sulla cima d'Emet , e il fine gita in quel di Pila con il barbarossa in mezzo a tanti di noi che passeggiava nel piazzale della funivia con ai piedi ciabatte tipo crocks e un sigaro in bocca. Mi sento di esprimere a loro questo dolce pensiero . che la soffice neve che ancor cade sulle amate montagne , vi conservi sereni nell'animo e in volto, così , che la primavera vi possa mostrare a chi casualmente vi potrà ritrovare. ciao Luca, Francesco e Damiano ovunque voi siate.

(Commenti di alcuni utenti di On Ice)

Ta'

2 commenti:

  1. Cit: “Ma con la prima vera perturbazione in arrivo, non è stato forse un azzardo?”. “Perché? Non venirmi a dire che tu non vai il weekend in montagna anche quando danno perturbazione in arrivo!”. CERTOOOOO Era una settimana che prevedevano non una semplice perturbazione ma l'apertura della porta atlantica!!!

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  2. Non rispondo ai commenti di chi non si firma.
    Buon pomeriggio

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