lunedì 19 novembre 2012

18/11/2012 Rif. Coca e Lago di Coca (Alta Val Seriana)


 
Domenica, complice il cielo azzurro ondulato di nuvole, sono salita in zona Coca. Nonostante le previsioni avessero malignato sull’intero week end, alla fine un sole debole e a tratti malato mi ha scortata, spiandomi timido, per l’intera giornata, dal velo grigiastro del cielo sopra le cime.

Una di quelle giornate in cui prevale la voglia di camminare, faticare, sudare, sentire il cuore che ti scoppia in petto e il sangue che pulsa nelle vene, prepotente. Una di quelle giornate in cui pensi che, anche morissi, i miei occhi contemplerebbero ciò che vorrei serbare come ultimo ricordo.


Il silenzio che si fa penetrante. Un silenzio assordante a tal punto che un urlo, gettato al vento, ti rincuora, e il suo eco ti tiene compagnia.
Seduta sul terrazzino del Coca, avvolta in una coperta dell’invernale, ho chiacchierato amabilmente con un ragno che zampettava tranquillo sul muro, diretto chissà dove. Questo fino a che non sono arrivate le prime persone.

I “Ciao”, le voci, le risa… troppo rumore per una domenica in cui si cerca il silenzio.

Abbandonato lo zaino sono salita fino al lago, per metà coperto da un sottilissimo strato argentato, calpestando le prime, ultime lingue di neve, romanticamente accarezzate dai tiepidi raggi del sole.

Ta’


domenica 18 novembre 2012

17/11/2012 Falesia del Lariosauro (Lc)






La falesia del Lariosauro, splendida serie di settori (le foto sopra fanno riferimento solo al Settore Centrale o Principale) con vista sul lago di Lecco, è costituita da una successione di muri grigio-gialli, verticali e poco strapiombanti. Si tratta di un'arrampicata piuttosto tecnica e continua, con itinerari lunghi fino a 35m, su tacche, reglettes e qualche canna . La roccia è  ottima, con qualche tratto delicato a scaglie.

 

Si scala in tutte le stagioni, ma soprattutto in autunno e in Primavera. Nella stagione invernale il sole arriva a partire dalle 13,00.


Ta'

Mick Fowler

 
Un esattore delle tasse!! Ma hai presente? Uno di quelli che se per caso lo incontri vai a recuperare copia della dichiarazione dei redditi, pregando che il commercialista non abbia "toppato"...
E invece Mick Fowler (classe 1956) è un alpinista di tutto rispetto, che con le sue imprese tiene alto il nome della sua nazione, l'Inghilterra.
In occasione della pubblicazione italiana del suo ultimo libro Su ghiaccio sottile, lo "scalatore tra gli scalatori" ha presentato una delle sue più recenti imprese nepalesi ai numerosi amanti della montagna che non si sono lasciati scappare la serata di sabato, tenutasi all'auditorium in Piazza Libertà in Bergamo.
Non starò certo a soffermarmi sui particolari della salita, rintracciabili sulle riviste di montagna o su Planetmountain.
Senza nulla togliere ad essa, è simile in tutto e per tutto, a quelle compiute dagli alpinisti di ogni parte del pianeta...

Diverso però è l'approccio alpinistico del suo artefice.
Scorrendo da una diapositiva all'altra, Mick ha esposto al pubblico le ragioni profonde che lo portano a tornare ogni anno sulle montagne del Nepal. Andare in Nepal è evidentemente per lui qualcosa che va oltre il semplice "scalare".

Si legge dai suoi occhi l'adorazione che ha per questo Paese, per la sua cultura, per gli aspetti antropologoci (oltre che naturalistici) di questi territori. Le diapositive proiettate lo dimostrano: non solo montagne, ma strade, case, villaggi e soprattutto volti. E poi sempre quegli occhi... che a me piacciono così tanto! Glio occhi dei bambini, gli stessi delle foto di Roby Piantoni, gli occhi di chi trova tutto nel nulla... Bambini così diversi da quelli occidentali...

Mick pratica un alpinismo esplorativo e di ricerca. Le sue salite sono completamente in stile alpino (è inglese, e questo la dice lunga...). Sembra affascinato dalla solitudine di quei luoghi, dalle montagne vergini e dalle grandissime possibilità che ad oggi il Nepal offre. Luoghi e montagne ancora del tutto inesplorati dall'uomo, quale fascino...
Ultimo particolare che fa di Fowler un grande personaggio è la sua capacità di vivere l'alpinismo, il grande alpinismo, e la quotidianità senza che questi due universi paralleli entrino in contrasto. Complimenti Mick, scalatore tra gli scalatori, per averci regalato un sogno così ancorato a terra, quello che in un'ipotesi remota, ognuno di noi potrebbe rincorrere... 

Ta'

venerdì 16 novembre 2012

16/11/2012 Morta l'anima del Verdon

http://www.ledauphine.com/france-monde/2012/11/16/escalade-patrick-edlinger-est-mort


Patrick Edlinger (Dax, 15 giugno 1960 – 16 novembre 2012) è stato un arrampicatore francese, celebre in tutto il mondo, considerato una delle leggende viventi dell'arrampicata libera.
Praticava l'arrampicata in falesia, il bouldering e le vie lunghe.
Nel 1982, (quando non ero ancora nata...), questo atleta del mondo verticale, già faceva conoscere l'arrampicata al grande pubblico, grazie ai documentari di Jean-Paul Janssen La Vie aux Bout de Doigts e Opéra Vertical, diffusi in tutto il mondo.
Nei filmati egli scala in free solo a Buoux e nelle vertiginose falesie del Verdon, ove lo si trovava di sovente. Edlinger ha saputo esprimersi ad alto livello su tutti i terreni, dalla falesia alle gare. 
(fonte info:Wikipedia).

E' con dolore vero che ci diciamo che Patrick Edlinger è morto il 16 Novembre 2012.
Aveva appena finito di girare un lungo film in giro per il mondo, e lo avevamo invitato per la prossima Primavera. Chi scrive lo ha incontrato per una lunga intervista, nel 2000, e la sua voce gentile, quasi effeminata, era stata l'eco della voce dell'altro Patrick, Berhault, col quale aveva rivoluzionato la scalata in Francia prima e nel mondo poi.
Con Moffat, Manolo, Gullich e Berhault era stato uno dei cinque cardini dell'esplosione del free climbing agli inizi degli anni '80. E più di tutti aveva contribuito alla diffusione mediatica dell'arrampicata grazie al film che lo ritraeva in Verdon, film che lo consacrò sportivo dell'anno in Francia davanti a Prost e Platini (!!). Era uno scalatore elegantissimo, in questo molto simile a Manolo per la bellezza del gesto. Partecipò alle prime gare di arrampicata sportiva, vincendole. Negli Stati Uniti Jeff Lowe scrisse...che "ho visto molte cose strabilianti in alpinismo e sulle montagne, ma lo stupore più grande lo ebbi nel vedere salire, dominando, Edlinger, nella prima gara di arrampicata americana, che io avevo organizzato".
E' stata una delle figura di cui vantarsi, se capite cosa voglio dire. Come nel nuoto uno si può vantare di praticare lo sport di Phelps o nel mezzofondo di correre come Gebrselassie, così un qualsiasi scalatore, di qualunque livello, può dire, io faccio quello che faceva Edlinger, ed essere orgoglioso. E' un qualcosa che trascende il livello tecnico personale, il proprio carattere, ed entra in quel mondo nebuloso in cui compaiono i termini idea, archetipo, modello. Sono migliaia i ragazzini che hanno cominciato a scalare dopo aver visto in televisione, tanti anni fa, Patrick. Un ragazzo biondo, dal fisico scultoreo, con gli occhi profondi e acuti, sciolto come in un ideale di movimento tridimensionale, forte come nell'immaginazione di un bambino. Se qualcuno vi dovesse prendere in giro perchè avete degli idoli, sbattetegli in faccia la storia di Edlinger, e guardatelo con disprezzo.(fonte: Stile Alpino, il mensile dei Ragni di Lecco)

domenica 4 novembre 2012

02/11/2012 Falesia di vecchiano (Toscana)


Facilmente e comodamente raggiungibile attraversando la frazione di Avane, l'omonima falesia, forse meglio conosciuta come Vecchiano, è la storica palestra ‘outdoor’ dei climber del triangolo Pisa-Viareggio-Lucca. La guida racconta di quanti studenti universitari pisani, lontani dalla roccia di casa, siano passati da questo punto fermo dell'arrampicata toscana. Più facile del Camaiorese, presenta tiri più alla portata di tutti.
Alla base delle pareti, alle spalle di un'antica torre di avvistamento dell'eta' medioevale (X-XI secolo circa), che divide la falesia nei settori detta "a destra (Baccannella) e a sinistra (Valle dei Porci) della torre", corre il sentiro che si staglia tra le piante di ulivo.
La roccia è costituita da un bel calcare compatto, grigio-giallo. Vi si trovano tutte le caratteristiche del calcare: gocce, buchetti, svasi, piatti, pinze, reglette.
A dispetto di quello che dice la guida, che asserisce a un'enorme quantità di tiri piuttosto facili, mi sono ritrovata a calarmi su un 6a (molto molto unto, con prese piuttosto intenibili) nel primo settore a sinistra della torretta; a salire da seconda un 6a il cui grado si avvicinava piuttosto al 6c e a fare resting sul 5c!!!
I tiri, lo devo molto riconoscere, sono molto belli ma... vuoi il contenuto tecnico dei tiri e lo stile un po' diverso (ma non troppo) da quello di casa, misti alla roccia decisamente unta, ne fanno una falesia che richiede siciuramente un po' di praticantato.
La chiodatura è ottima o comunque piuttosto buona (nel settore Placche Grigie un po' lunghetta per i paramentri bergamaschi), catene con ghiera al top, sole tutto l'anno.
Dal mio punto di vista non mi sentirei di consigliarla, però essendo di passaggio, un scappatella, ci sta sempre...
I Locals, infine, hanno accennato ad una parete verticale a gocce, con tiri di 30 mt, molto bella, a nei settori ubicati a destra della torretta.
Ta'