Cosa dire? Che scrivere di un big del calibro di Giordani? Inutile esprimersi su argomenti che già sono, per gli appassionati, di pubblico dominio. Come ben sottolineato da Giovanni Viganò (lo Sherpa per gli amici) in apertura di serata, Maurizio ha un curriculum alpinistico di tutto rispetto (“da far paura” sono state le parole esatte, uscite dalla bocca del Giò…): espertissimo conoscitore della Marmolada (si ricordano, tra le numerosissime salite, la prima invernale al Pesce e la prima solitaria di Tempi moderni), ha alle spalle oltre 50 spedizioni in tutto il mondo, dalle vette più alte sino alle salite più estreme. Un uomo non di parole, ma di “fatti”, che poi, alla fine, sono quelli che contano.
E siccome i fatti già ci sono e tutto il resto, come cantava il buon Califano, è noia… Ecco qualche frase (riportata in maniera quasi letterale) pronunciata da Giordani durante la serata tenutasi venerdì 21, presso la palestra Orizzonte Verticale di Ronco Briantino e dalla stessa organizzata, che funge a parere mio da “spunto di riflessione per un miglior modo di vivere la montagna”.
• L’avventura è una linea che non vuoi salire, ma disegnare, passo dopo passo, realizzata dalla natura ma ancora da interpretare.
• Ho sempre salito montagne belle. Una montagna perché scateni in me il desiderio di salirla deve essere bella, deve piacermi anche esteticamente. Per questo, anche se probabilmente avrei potuto, non ho mai salito l’Everest.
• La scalata non è il fine, ma il mezzo. Per viaggiare, conoscere, per vivere esperienze che vanno oltre la scalata. Il viaggio è l’esperienza di vita che conta, perché è quella che rimane.
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