mercoledì 27 aprile 2011

Ettore.. ha colto l'attimo! Nuova via in San Lucano



OMAGGIO A UN CARO E MERITEVOLE AMICO... QUESTA VOLTA LE MIE PAROLE SAREBBERO SUPERFLUE, DUNQUE VI LASCIO ALLE SUE...

IV Pala di san Lucano, parete Sud, via “Attimo Fuggente”, 800m (ED).

22 e 23 aprile 2011. Gabriele Canu e Ettore Alborghetti.

Lasciati 5 chiodi e 2 cordini solo nella metà superiore.

(In S3 presenti inoltre un chiodo ed un cordino appartenenti presumibilmente ad un tentativo Casarotto - De Donà degli anni ’70: il ritrovamento non ha diminuito la voglia di salire, ha invece stuzzicato la curiosità).

Ciò che ci è successo in quest’ultima gita mi ha veramente fatto capire che bisogna buttarsi e perseguire fino in fondo un sogno, che bisogna cogliere senza rimandare e senza esitare ogni attimo che fugge.
Un concatenarsi di scelte e casualità porta me e Ga ad essere di mattina presto in mezzo ad uno zoccolo in san Lucano; venti minuti in ritardo su di noi altri due ragazzi giungono nel medesimo luogo: ci separa soltanto l’unico tratto in cui assicurarsi , e dalla sosta scambiamo due parole con gli inseguitori che si accingono ad affrontarlo…
Tutti basiti. E’ impossibile. Che probabilità ci sono che due cordate partano lo stesso giorno, alla stessa ora per tentare sulla stessa parete di salire la stessa linea che da decenni aspetta degli esploratori !?
Manco a dirlo e già ci ritroviamo a correre slegati su per i labirintici mughi, verso la nostra parete, la vogliamo: il tacito accordo prevede che a chi per primo arriverà, sarà concesso il tentativo… Un ritmo frenetico fa si che quando alla terza sosta recupero Ga, i due ragazzi giungono all’attacco e rinunciano sportivamente, purtroppo presi alla sprovvista dal nostro assurdo, irrisorio vantaggio. Sono felice di essere già lontano dal suolo, ma provo dispiacere per loro che, come noi, credevano in questo sogno. Colgo l’occasione per ringraziarli della loro cortesia...
Lo stesso giorno ed il seguente saliamo costanti, superando le incognite che ci separano dalla cima, la linea appare logica come l’avevamo immaginata, i tiri si susseguono diventando sempre più sostenuti e delicati. Metro dopo metro la parete si lascia salire, ci è concesso lasciare una nostra traccia su calcare dolomitico, possiamo interpretare la roccia come vuole la nostra fantasia, creare una linea sfruttando l’intuito e la propria esperienza, nient’altro: è una sensazione indescrivibile!
In anticipo su qualsiasi previsione siamo in cima. Niente parole, non servono, un sorriso ed un abbraccio. Foto di rito poi scendiamo leggeri sulla neve, corriamo quasi, siamo in estasi.
Arrivati di nuovo alla macchina troviamo il biglietto della conferma, firmato E. De Biasio:“Eravate voi sulla nuova linea sulla S della IV Pala? Vi abbiamo visto dalla Lastia di Gardès. Cordiali saluti.” Commozione. Ora piove pure, puntuale, ma ora ci sta.
E’ incredibile: non sarebbe stato possibile se fossimo partiti non dico un giorno, ma solo un’ora dopo. Se non avessimo sfruttato la fresca conoscenza del posto, l’allenamento, le ferie, il meteo… Se avessi lasciato spazio ai timori ed alle ansie senza fidarmi dell’entusiasmo dell’amico...Se non avessimo insomma colto l’attimo fuggente, beh, l’avremmo rimpianto per un bel po’.

1 commento:

  1. sono passati SOLO dieci anni,
    comunque volevo farVi i complimenti per la salita...
    Nicola (uno dei due sportivi inseguitori)
    ;-)

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