A marzo, durante il fine settimana trascorso a Finale per festeggiare i miei primi 27 anni (!!), ho scoperto che due amici di Arco (Tn) hanno avuto lo spirito di iniziativa necessario (unito alla competenza, all'originalità e ad un pizzico di sana follia) per proporre una piacevole e rilassante iniziativa.
Ho dato un occhio al programma e mi sembra davvero carino a adatto davvero a tutti.. dall'amante del trekking al (perchè no!!) climber che vuole sia godere delle splendide pareti rocciose di Arco di Trento, che della Val di Ledro e del Lago di Garda.
Mac e Roby, poi, sono davvero simpatici e alla mano, e secondo me vale la pena di conoscerli!!!
Ecco di seguito una bozza del programma, che prevede una permanenza di una settimana con sedute di Hatha yoga al mattino ed escursioni con guida esperta durante la giornata.
Le giornate saranno scandite da ritmi rilassanti ed inizieranno con una seduta di Hatha Yoga classico per un risveglio energetico e per entrare in sintonia con la natura che ci circonda.
Non mancheranno le occasioni per un bagno ristoratore nelle fresche acque del lago e per chi lo desidera c’è la possibilità di ricevere massaggi thailandesi e ayurvedici.
Alloggio in una casa immersa nella natura con grande giardino dotata di due appartamenti indipendenti situata a Biacesa, piccolo paese tranquillo all’imbocco della valle di Ledro.
Gli ospiti avranno la possibilità di usufruire dell’ampia cucina presente in ogni appartamento.
Per le cene verranno usati prodotti locali, verdura biologica o di produzione propria.
Prezzo: 390.-/persona
Incluso nel prezzo:
• 7 pernottamenti in stanza doppia
• Aperitivo di benvenuto
• 4 cene
• 5 lezioni di Yoga
• 4 escursioni guidate
• Trasporto andata e ritorno per le escursioni
Contatto: Michael Broemsen, macbroemsen@web.de, cell. 347 8192818
venerdì 30 aprile 2010
giovedì 29 aprile 2010
Emozioni da paesi lontani
29/04 ore 11.39
Mi sono arrivate giusto tre righe di mail da Denis, il quale dice di essere sceso a Katmandu insieme a Simone ed Aldo, per tre giorni di riposo. Nel corso della prossima settimana tenteranno l'Everest.
Katmandu, Everest... nomi che stanno solo nei miei sogni (più proibiti!) e nella mia immaginazione.
Che emozione anche solo leggere queste righe e pensare da dove arrivano.
Che bello stare seduti dietro uno schermo e potere, di riflesso, emozionarsi!
Grazie
Mi sono arrivate giusto tre righe di mail da Denis, il quale dice di essere sceso a Katmandu insieme a Simone ed Aldo, per tre giorni di riposo. Nel corso della prossima settimana tenteranno l'Everest.
Katmandu, Everest... nomi che stanno solo nei miei sogni (più proibiti!) e nella mia immaginazione.
Che emozione anche solo leggere queste righe e pensare da dove arrivano.
Che bello stare seduti dietro uno schermo e potere, di riflesso, emozionarsi!
Grazie
lunedì 26 aprile 2010
25/04 Cai Bergamo - Corso di Alpinismo base - Cresta di Gaino
Primissima uscita on the rock per i giovani allievi del corso di alpinismo base.
A botta calda mi sono sembrati quasi tutti sorridenti e soddisfatti (buon segno!!!). La via era davvero molto semplice e dava la possibilità di mostrare in assoluta calma l'utilizzo sia di chiodi da roccia che di protezioni veloci (friend e nut), oltre alle diverse tipologie di sosta (utilizzando friend, piuttosto che clessidre e fettucce su spuntoni).
La difficoltà era calibrata a quelle che avrebbero potuto essere le capacità degli allievi, in quanto il gruppo sembra essere composto da alcuni ragazzi che già scalano e provenienti dall'arrampicata sportiva, ma anche da perfetti neofiti del settore. Per alcuni probabilmente anche un po' troppo semplice, ma alla fine credo che tutti si siano divertiti.
Complimenti ragazzi!!!
mercoledì 7 aprile 2010
Il senso della scalata, per me...
Continua il mio personale viaggio spirituale, la mia ricerca, nel complesso panorama che la montagna e le discipline ad essa connessa offrono.
Perché per me è un viaggio, una ricerca interiore che scaturisce dal desiderio di vivere emozioni nuove e intense. Emozioni che ti fanno sentire che vivi, che respiri, che soffri, che sperimenti sentimenti.
Cammino perché ogni passo è un protrarsi verso il nuovo e lo sconosciuto (sconosciuto a me ovviamente non ad altri, ma tanto mi basta per motivarmi). Non amo ripetere gli stessi percorsi, in genere… Il bello sta nell’andare senza ben sapere quanto manca alla fine o cosa ci si troverà di fronte.
Corro per la soddisfazione finale che il senso di fatica mi procura, per sentire il respiro più affannoso e le goccioline che mi rigano la fronte.
Scalo, e questa è la vera scoperta, perché mi piace il movimento in se’, l’eleganza della scalata e del “gesto arrampicatorio”. Mi piace perché in quei movimenti la mia mente si perde completamente e la concentrazione sale a livelli altissimi. La testa non riflette se non sul passo, sulla presa, sull’appoggio. Il movimento, elegante o goffo che sia, viene percepito da tutto il corpo.
Lo scalatore si muove come un ballerino sulla roccia. Padroneggia con eleganza e disinvoltura una dimensione, la verticalità, che non è la sua. Un complesso gioco di tacche, buchi, svasi, lame…
Nel gesto arrampicatorio sento di poter esprimere tutto quello che nella vita quotidiana non sono.
E lo sento dentro… è questa la cosa che mi sorprende e affascina al tempo stesso. E’ la mia scoperta. Con nessun altro sport mi è mai capitato di rapportarmi così tanto con il mio corpo. Il corpo si fonde con la mente. La tecnica, molto lentamente, cresce. Ma non basta. Dopo la crescita tecnica deve seguire quella mentale. Perché se per la falesia può bastare tanta tecnica e non necessariamente tantissima testa, per la montagna serve la seconda, non più della prima, ma vanno di pari passo.
L’assoluta serenità e calma che mi regala la scalata… non li saprei neppure descrivere. Amo il movimento lento, tranquillo, preciso: occhio, piede e piede, occhio, mano e appiglio, occhio… e così di seguito. In maniera ripetitiva, ma creativa. Cercare nel movimento il bello, la precisione, la semplicità, il risparmio energetico…
La bellezza e il fascino della via. Guardarla dal basso, contemplarla, studiarla, desiderarla, allenarsi perché senza il grado non avrebbe senso salirla, e infine provarci.
Ci sono vie che le guardi dal basso e rimani a bocca aperta. Per quanto sono belle. E diventano obiettivi…
Perché per me è un viaggio, una ricerca interiore che scaturisce dal desiderio di vivere emozioni nuove e intense. Emozioni che ti fanno sentire che vivi, che respiri, che soffri, che sperimenti sentimenti.
Cammino perché ogni passo è un protrarsi verso il nuovo e lo sconosciuto (sconosciuto a me ovviamente non ad altri, ma tanto mi basta per motivarmi). Non amo ripetere gli stessi percorsi, in genere… Il bello sta nell’andare senza ben sapere quanto manca alla fine o cosa ci si troverà di fronte.
Corro per la soddisfazione finale che il senso di fatica mi procura, per sentire il respiro più affannoso e le goccioline che mi rigano la fronte.
Scalo, e questa è la vera scoperta, perché mi piace il movimento in se’, l’eleganza della scalata e del “gesto arrampicatorio”. Mi piace perché in quei movimenti la mia mente si perde completamente e la concentrazione sale a livelli altissimi. La testa non riflette se non sul passo, sulla presa, sull’appoggio. Il movimento, elegante o goffo che sia, viene percepito da tutto il corpo.
Lo scalatore si muove come un ballerino sulla roccia. Padroneggia con eleganza e disinvoltura una dimensione, la verticalità, che non è la sua. Un complesso gioco di tacche, buchi, svasi, lame…
Nel gesto arrampicatorio sento di poter esprimere tutto quello che nella vita quotidiana non sono.
E lo sento dentro… è questa la cosa che mi sorprende e affascina al tempo stesso. E’ la mia scoperta. Con nessun altro sport mi è mai capitato di rapportarmi così tanto con il mio corpo. Il corpo si fonde con la mente. La tecnica, molto lentamente, cresce. Ma non basta. Dopo la crescita tecnica deve seguire quella mentale. Perché se per la falesia può bastare tanta tecnica e non necessariamente tantissima testa, per la montagna serve la seconda, non più della prima, ma vanno di pari passo.
L’assoluta serenità e calma che mi regala la scalata… non li saprei neppure descrivere. Amo il movimento lento, tranquillo, preciso: occhio, piede e piede, occhio, mano e appiglio, occhio… e così di seguito. In maniera ripetitiva, ma creativa. Cercare nel movimento il bello, la precisione, la semplicità, il risparmio energetico…
La bellezza e il fascino della via. Guardarla dal basso, contemplarla, studiarla, desiderarla, allenarsi perché senza il grado non avrebbe senso salirla, e infine provarci.
Ci sono vie che le guardi dal basso e rimani a bocca aperta. Per quanto sono belle. E diventano obiettivi…
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