lunedì 2 novembre 2015

01/11/2015 Laghi Gemelli: buona la prima... o l'ultima!




Lago Marcio
Prima salita di stagione ai Laghi Gemelli. Anche se la stagione volge ormai al termine. Anche se ieri, effettivamente, coincideva con la festa di chiusura del rifugio. Anche, anche, anche. Tutte scuse. E poi cosa sarà mai "la stagione"? Non c'è stagione che tenga se hai voglia di andare, di fare, di vedere. La mia stagione si è aperta ieri, in realtà. Parlo di "stagione mentale", quella che sta nella mia testa. La stagione ricomincia quando ti torna la voglia, o forse il bisogno, di andare. Io di voglia di andare, in fondo, ne ho sempre... Solo che il più delle volte, semplicemente, non so dove andare. Penso e progetto viaggioni, per i quali poi mi rendo conto di non avere quel tot di sghei necessari per partire. Oppure il tempo, manca il tempo. Allora comincio a figurarmi nella mente mete più vicine e abbordabili, perchè i soliti posti stancano. E infine capita che ti ritrovi, senza averlo programmato, in una giornata a dir poco spaziale, praticamente a due passi da casa e a riflettere (ancora una volta!) su quanto poco conosca le mie montagne. Quelle Orobie che dico di conoscere, no, non le conosco affatto! Altrimenti non sarei rimasta incantata ieri dinanzi alle tinte giallo-rosse di quell'Autunno che fino ad un mese fa definivo "stagione inutile e senza senso".
Carona, ore 9:25, temperatura - 5 gradi alla macchina. L'intento è quello di fare un po' di gamba, in vista del trail di sabato prossimo, e di recuperare quell'allenamento non fatto (ma che avrei dovuto fare per affrontare la competizione al meglio). Ma che volete che vi dica... Non so essere costante come vorrei, sul lato sportivo, e mi ritrovo a dare il tutto e per tutto all'ultimo momento. Volontà, dieci. Entusiasmo, mille. Costanza, ehm! Fascia calcata sulle orecchie, in pantaloncini corti e maglietta, Adidas ai piedi, gli altri (al parcheggio) mi guardano come una marziana. Che c'è che non va? Sarà mica perchè voi indossate, nell'ordine e dal basso verso l'alto, scarponcini da montagna, pantaloni lunghi, pile tecnico, giacca e uno o due altri strati sotto al pile forse?... E niente. A volte mi chiedo se sia io la strana, oppure se siano TUTTI gli altri ad esserlo. Parto. Il sentiero scorre veloce sotto ai miei piedi e io me li guardo bene tutti quei sassetti, che uno dopo l'altro accolgono il mio piede, lo sostengono, per poi rimanere alle mie spalle. Ascolto il respiro, che si fa più affannoso. Sbuffo, come una piccola locomotiva. Con le nuvolette bianche che si materializzano dinanzi alle mie labbra. Sbuffo e penso chi diavolo me l'abbia fatto fare. Avrei potuto essere in falesia ora, al sole. Oppure a passeggiare sul lago, mano nella mano con qualcuno, e invece sono qui, a fare fatica, pestare sassi e a "creare" nuvole di vapore acqueo. Salgo e salgo, cerco di correre un po' ma la salita mi spezza le gambe. Il suolo è ancora abbastanza gelato e ricoperto, a tratti, dal bianco della brina. Sono sudata, ora. La maglia mi si appiccica alla schiena, fredda. Che schifezza. Ma ormai sono in ballo. Io che ieri sera ero al compleanno di un amico. Io che ho mangiato gnocco fritto, pizza, tiramisù e quello stupido Beylis finale, del quale ho sentito il sapore sulla lingua fino a questa mattina! Cosa ci faccio qui?
Il bosco è quasi finito. Una coppia ferma, con la borraccia di the caldo in mano (dal profumo è tisana...), mi guarda passare. Ci salutiamo. Ci si saluta tutti in montagna, come se ci si volesse tutti bene, e in quel momento, anche se per poco, probabilmente è davvero così. Il bosco termina.


Ore 10:27, Lago Morto - temperatura boh. Ora capisco perchè sono qua. Perchè ho abbandonato le coperte calde. Ora, che il sole mi scalda la pelle, che mi entra dentro, che la montagna si riflette nelle acque gelide, ora capisco. Ne valeva la pena? Dio, se ne valeva la pena! Il sentiero si distende lungo la riva e procede in piano. Ora sì che posso correre. Respiro. Respiro a pieni polmoni, come se tra qualche secondo l'aria finisse e io dovessi farne scorta. Respiro e sono felice...


Ore 10:45, Rif. Laghi Gemelli - temperatura "fantastica". E sono qua. Seduta sui gradini che precedono l'ingresso, con una birra in mano (perchè i sali minerali vanno sempre reintegrati e se c'è una cosa che ho imparato da Orobie Ultra Trail è che, se hai corso, una birra non fa certo male). Sono qua che me li godo questi colori unici. Poco distante, "stravaccato al sole stile lucertola", il Vezz (per alcuni il Vezz, per altri il Nano), anche lui reduce dalla sera precedente, anche lui con la mia stessa idea. Il compleanno di Riki, lo gnocco fritto, il tiramisù e "chissà cos'altro" hanno provato un po' tutti. Ma noi, stamane, siamo i veri eroi...
Grazie anche a Klaus e Marion, perchè senza di loro non sarei mai stata qui :)

GRAZIE RAGAZZI!!!!!!
Ci sentiamo degli eroi, oggi...

2 commenti:

  1. Con giornate del genere è un delitto rimanere sotto le coperte, i colori dell'autunno poi ti ripagano della fatica fatta :)
    La Montagna è magica

    Mario

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    Risposte
    1. Eh davvero!!! Non dirmelo...io un po' con l'arrampicata il gusto di questo andare e guardarmi attorno l'avevo perso!! Ora....ora forse qualcosa sta cambiando

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