Dopo aver trovato il giusto e meritato spazio su Gazzetta dello Sport Gold, ecco l'intervista rilasciatami da Armin Holzer, nella quale ci parla anche del mitico meeting di Misurina.
Le foto sono tutte state fornite da Holzer che, tra una sciata e un lancio col parapendio, riesce a trovare anche il tempo per rispondere alle mie domande.
Quando e come nasce
questa disciplina?
“Lo slacklining nasce nella Yosemite Valley
(California) nei primi anni 80, dove si sviluppa specialmente nell'ambiente
dell’ arrampicata. Nel 1985 Scott Balcom fu il primo a camminare su un’highline
sul Lost Arrow Spire (Yosemite Valley). Questa forma di “giocare con la slack”
é poi stata portata dagli scalatori in Europa. Nonostante sia uno sport estremo
questa disciplina é sicura, basti pensare che negli ultimi 30 anni è morta una
sola persona, a causa di una serie di errori tecnici nel montaggio della
highline. Negli ultimi tempi si pratica anche nei parchi cittadini, ed è
considerata al contempo un gioco, uno sport e una forma di allenamento per
atleti di varie discipline: camminare lungo una fettuccia di queste minute
dimensioni sviluppa le doti più primitive dell' equilibrio, aumentando
la percezione e il rapporto tra corpo,mente e natura”
Entrambi maestri di sci, ci siamo conosciuti ad una gara di freeride,
cinque anni fa. In estate ci siamo rivisti al Rifugio Lavaredo (Armin tornava
dal montaggio di una highline nei pressi del Monte Paterno e Alessandro dalla
salita allo Spigolo Giallo sulla Cima Piccola di Lavaredo insieme ad un amico).
Dopo una tranquilla chiacchierata ci siamo accordati per fare un po’ di
slackline insieme. Passo dopo passo abbiamo imparato ad avere sempre più
confidenza con la slack. Dalla passione comune per questa disciplina è nata
anche la nostra grande amicizia. Da allora, insieme, abbiamo attrezzato e percorso
più di 70 highline, compiendo traversate da record mai effettuate prima come
sulle Tre Cime di Lavaredo, sulla Marmolada, alle torri del Vajolet e in Cina,
dove abbiamo stabilito il nostro record personale di camminata a 5000m di
quota.
Come nasce il raduno
a Monte Piana, sopra Misurina?
Nasce semplicemente dalla nostra amicizia e dalla voglia di
trasmettere anche agli altri la nostra stessa passione: per questo sport, ma
soprattutto per la montagna. Il Monte Piana, oltre che ad essere un luogo
ideale per fare highline, è anche una specie di museo all’aperto, in quanto è stato
uno dei più sanguinosi teatri della prima guerra mondiale. Per noi, consapevoli
della valenza storica e culturale del posto, rappresenta un luogo di unione e
di confronto. Importantissimo per la realizzazione del meeting è il
supporto dell'associazione sportiva "Le Lepri di Misurina"e del comune
di Auronzo di Cadore.
Chi sono “Le lepri di
Misurina”?
Le Lepri sono, anzi siamo: Alessandro d’Emilia, Niccolò
Zarattini, Aldo Valmassoi, Nicolò Cadorin, me e tanti altri. Siamo un gruppo di
ragazzi che condividono la passione per la slackline, lo sci e l’arrampicata. Viviamo
queste discipline in maniera non competitiva, in un ambiente mozzafiato come le
Dolomiti.
Tralasciando quindi
la competizione, cosa è per voi l’highline?
Non sport estremo, non una cosa da fare da soli, ma una forma creativa di socialità. La
slackline non è una semplice fettuccia: a noi piace considerarla un ponte tra
culture. Nel meeting infatti centinaia di atleti da tutto il mondo condividono
la loro passione, naturalmente, ma anche momenti di vita insieme, esperienze,
emozioni.
Per noi fare highline è cercare armonia nel movimento, fra
mente, corpo e natura, fra essere e non-essere, è continuare a camminare trasformando
la paura di cadere in rispetto e positività. La sensazione che provi quando
cammini sull’highline, anche se sei da solo, è quella di condividere l’esperienza
con tutti gli amici che ti guardano e ti incoraggiano. E’ un ponte tra culture
e mentalità diverse: aiuta a incontrare persone nuove e a costruire amicizie. Spesso
è proprio la paura del non-essere, ovvero di cadere, ad impedire di trovare
l’armonia giusta per poter camminare in tranquillità. Non è da considerarsi una
sfida contro se stessi ma con se stessi, un percorso soggettivo allo scopo di
conoscersi nel profondo.
Nessun commento:
Posta un commento