giovedì 20 maggio 2010

8/05/2010 - Arco di Tn - LE BELLEZZE DI VENERE a Cima delle Coste










Cima delle Coste. L'obiettivo iniziale era la Piccola Piramide. Salendo in macchina e sapendo che un paio di amici (Flavio e Lola) erano indirizzati su Luna Argentea ci siam detti "Perchè non fare una via tutti insieme?!"...
Arrivati ad Arco, ritrovo al Bar delle Placche Zebrate, abbiamo scoperto che aveva smesso di piovere da poco e che le pareti letteralmente riflettevano!!
Ma stava uscendo il sole e il sabato non poteva essere buttato via in questo modo.
Roccia bagnata quindi abbiamo abbassato notevolmente il grado scegliendo LE BELLEZZE DI VENERE (tracciata dal Grill).Che dire di questa via?? Adatta a tutti ma proprio a tutti. Anche a chi sta iniziando a tirare visto che non supera il quarto. Si acsiuga velocemente perchè è su parete aperta (soprattutto se c'è il sole: si è letteralmente acsiugata durante la salita).
I primi due tiri sono nella boscaglia ma poi, fortunatamente si apre sulla parete e, sebbene semplice, è tutta roccia mediamente sana. Purtroppo credo che in tutta quella zona sia stato cercato "il sano un po' tra lo sfasciume" e quindi non è consigliabile al 100%.
Il giorno successivo sulla Piccola Piramide una scarica di sassi ha portato via un ragazzo che scalava tranquillo. Ora la parete è chiusa.

mercoledì 12 maggio 2010

IL CORAGGIO DI SAPER RINUNCIARE


Attenzione attenzione! Sto per dare una notizia, fare un annuncio sconvolgente! Dopo anni di studi e approfondite ricerche, fatte in collaborazione con il Cnr, si è giunti ad una sensazionale scoperta: LE MONTAGNE SONO SEMPRE LI’. Non si spostano, non crollano (per lo meno non in toto), cambiano sì, ma di pochissimo e la loro morfologia rimane la stessa per millenni.
E’ importante che la scoperta venga resa pubblica quanto prima, al fine di salvare la vita a tutti quegli ignoranti (nel senso che ignorano, ovvio!) pseudo alpinisti e climber improvvisati della domenica che, una volta arrivati all’attacco della via , pur essendo le condizioni proibitive, si ostinano ad “appendersi” in parete.
Se tutto va bene nessuno saprà mai nulla e diranno, in uscita, di aver rubato una via al cattivo tempo.
Se le cose vanno un po’ meno bene, ma non malissimo, li salverà l’elisoccorso e verranno considerati alla stregua di incoscienti (termine assolutamente carino, non offensivo e colloquiale) da amici e conoscenti.
Se le cose vanno male vengono ritrovati il giorno dopo e il tutto si conclude con un bell’ amava tanto i suoi monti, tanto da dare la vita.
In montagna, lo sappiamo tutti, l’incidente e la fatalità sono dietro l’angolo. A volte succede, e nessuno lo può evitare. E’ una consapevolezza con la quale si convive, anche con una certa serenità.
Il ruolo del buon scalatore è, quindi, di ridurre al minimo la possibilità di incorrere in un incidente mortale.
Con ciò intendo: conoscenza delle manovre ma non solo.
La montagna parla. A volte non vuole essere scalata. La montagna avverte. E quando parla è bene ascoltarla.
La cosa più difficile, spesso, è arrivare all’attacco della via e rinunciare. I motivi possono essere molteplici. Anzitutto le condizioni meteo (il classico temporale in arrivo, nuvole nere all’orizzonte…), ma anche lo stato della roccia e la quantità di cordate che precedono la nostra, oppure semplicemente si fa il primo tiro e ci si accorge che (nonostante il sole che splende e il cielo terso) “non è giornata per scalare”…
Battere in ritirata, saper rinunciare è un gesto difficile, pieno di coraggio e segno di maturità.
Lo fanno i grandi alpinisti, quelli per cui una vetta corrisponde a gloria (e sponsor!!!)… perché non dovremmo farlo anche noi comuni mortali e “montagnofili” del fine settimana?
La montagna, comunque, è sempre lì ad attenderci, solo che magari un giorno decide di non voler essere scalata, mentre il giorno seguente è pronta a spalancare le sue braccia e ad accoglierci.
QUESTO BISOGNEREBBE TRASMETTERE E INSEGNARE A CHI SI AVVICINA ALLA MONTAGNA! QUESTO! NON A PAROLE, MA CON I FATTI.
SAPER RINUNCIARE ALLA MONTAGNA, SAPERLA RISPETTARE.