venerdì 4 dicembre 2015

Ciao biondo!!! Il mio ricordo di Armin Holzer

Gazzetta Gold mi commissiona un articolo. Vuole che io parli di slackline. Succede un po' più di un anno fa. Contatto un po' di ragazzi che conosco e poi... poi penso che sarebbe bello intervistare anche un top highliner di questa disciplina. Un nome, oggi leggenda. Lui è Armin. MI chiedo come contattarlo. Uno così si filerà mai la mia intervista? Manco mi conosce!!! Gli scrivo su Facebook, senza nutrire grandi speranze. Sorpresa: Holzer mi risponde prontamente. E' entusiasta. Mi lascia l'indirizzo mail e mi dice di mandargli le domande, e poi di andarlo a trovare. Io quasi non ci credo. Io scrivo, lui risponde. Poi gli prometto che sicuramente andrò a conoscerlo! Ecco... ora non lo posso più fare. Ma quanto sono stata cretina! Ogni occasione è persa. La vita è breve e va vissuta fino in fondo. Mi sembra bello usare il blog per pubblicare la sua intervista, chiedergli scusa e salutarlo. Ciao Armin, e grazie. 



Highline Meeting Monte Piana. Si svolge invece a Misurina, nel cuore delle Dolomiti di Sesto, il raduno più famoso d’Italia. Lo scorso anno l’evento ha registrato più di 200 partecipanti provenienti da 20 Nazioni. Durante i nove giorni di meeting sono state montate spettacolari highline tra le guglie dolomitiche, sono stati organizzati workshop di acroyoga, voli i n parapendio e concerti, ed è infine stato realizzato, grazie alla collaborazione con un’azienda che produce amache in materiale tecnico, il record del “maggior numero di amache” appese ad una slack. Si è arrivati a 22 amache, per un numero totale di 25 persone in contemporanea su una slack.
Il prossimo raduno, alla sua quarta edizione, è programmato tra il 10 e il 15 settembre.

L’intervista


Abbiamo interpellato Armin  Holzer e Alessandro D’Emilia, menti del meeting altoatesino e maestri di sci, che ci hanno raccontato come nasce questa disciplina, i vantaggi che derivano dalla sua pratica e l’idea di realizzare un meeting di highline. Entrambi praticano l’highline, ovvero la forma più estrema della slackline. 
L’highline prevede anche una buona esperienza per quanto riguarda la valutazione dei punti di ancoraggio, la scelta dei materiali e la fase di tensionamento.
Quando e come nasce questa disciplina?
“Lo slacklining nasce nella Yosemite Valley (California) nei primi anni 80, dove si sviluppa specialmente nell'ambiente dell’ arrampicata. Nel 1985 Scott Balcom fu il primo a camminare su un’highline sul Lost Arrow Spire (Yosemite Valley). Questa forma di “giocare con la slack” é poi stata portata dagli scalatori in Europa. Nonostante sia uno sport estremo questa disciplina é sicura, basti pensare che negli ultimi 30 anni è morta una sola persona, a causa di una serie di errori tecnici nel montaggio della highline. Negli ultimi tempi si pratica anche nei parchi cittadini, ed è considerata al contempo un gioco, uno sport e una forma di allenamento per atleti di varie discipline: camminare lungo una fettuccia di queste minute dimensioni sviluppa le doti più primitive dell' equilibrio, aumentando la percezione e il rapporto tra corpo,mente e natura”.


Come vi siete conosciuti?
Entrambi maestri di sci, ci siamo conosciuti ad una gara di freeride, cinque anni fa. In estate ci siamo rivisti al Rifugio Lavaredo (Armin tornava dal montaggio di una highline nei pressi del Monte Paterno e Alessandro dalla salita allo Spigolo Giallo sulla Cima Piccola di Lavaredo insieme ad un amico). Dopo una tranquilla chiacchierata ci siamo accordati per fare un po’ di slackline insieme. Passo dopo passo abbiamo imparato ad avere sempre più confidenza con la slack. Dalla passione comune per questa disciplina è nata anche la nostra grande amicizia. Da allora, insieme, abbiamo attrezzato e percorso più di 70 highline, compiendo traversate da record mai effettuate prima come sulle Tre Cime di Lavaredo, sulla Marmolada, alle torri del Vajolet e in Cina, dove abbiamo stabilito il nostro record personale di camminata a 5000m di quota.
Come nasce il raduno a Monte Piana, sopra Misurina?
Nasce semplicemente dalla nostra amicizia e dalla voglia di trasmettere anche agli altri la nostra stessa passione: per questo sport, ma soprattutto per la montagna. Il Monte Piana, oltre che ad essere un luogo ideale per fare highline, è anche una specie di museo all’aperto, in quanto è stato uno dei più sanguinosi teatri della prima guerra mondiale. Per noi, consapevoli della valenza storica e culturale del posto, rappresenta un luogo di unione e di confronto.
Importantissimo per la realizzazione del meeting è il supporto dell'associazione sportiva "Le Lepri di Misurina"e del comune di Auronzo di Cadore.
Chi sono “Le lepri di Misurina”?
Le Lepri sono, anzi siamo: Alessandro d’Emilia, Niccolò Zarattini, Aldo Valmassoi, Nicolò Cadorin, me e tanti altri. Siamo un gruppo di ragazzi che condividono la passione per la slackline, lo sci e l’arrampicata. Viviamo queste discipline in maniera non competitiva, in un ambiente mozzafiato come le Dolomiti.


Tralasciando quindi la competizione, cosa è per voi l’highline?
Non sport estremo, non una cosa da fare da soli,  ma una forma creativa di socialità. La slackline non è una semplice fettuccia: a noi piace considerarla un ponte tra culture. Nel meeting infatti centinaia di atleti da tutto il mondo condividono la loro passione, naturalmente, ma anche momenti di vita insieme, esperienze, emozioni.
Per noi fare highline è cercare armonia nel movimento, fra mente, corpo e natura, fra essere e non-essere, è continuare a camminare trasformando la paura di cadere in rispetto e positività. La sensazione che provi quando cammini sull’highline, anche se sei da solo, è quella di condividere l’esperienza con tutti gli amici che ti guardano e ti incoraggiano. E’ un ponte tra culture e mentalità diverse: aiuta a incontrare persone nuove e a costruire amicizie. Spesso è proprio la paura del non-essere, ovvero di cadere, ad impedire di trovare l’armonia giusta per poter camminare in tranquillità. Non è da considerarsi una sfida contro se stessi ma con se stessi, un percorso soggettivo allo scopo di conoscersi nel profondo.


Tatiana Bertera

2 commenti:

  1. Io non ho fatto nulla. Sono un semplice tramite!!!! Era il suo modo di pensare, di vivere, probabilmente di trasmettere emozioni ...

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