“Una nomade con appoggio”, dove l’appoggio sarebbe la mia
residenza in provincia di Bergamo. Ho sorriso quando, qualche giorno fa, il mio
fratellino 17enne mi ha definita così. “Mia sorella è una specie di nomade, ma
con appoggio”. Ha detto proprio così. E me lo immagino mentre pronuncia questa
frase, con quel fare canzonatorio e quel suo sorriso sornione. E allora la mia
mente corre a metà agosto quando, in Val Tesino, scattavo con il cellulare e
giusto in tempo prima di vederlo definitivamente in modalità OFF, la foto dei
miei piedi accavallati all'entrata della tenda. Piedi che ridono, affaticati
dal continuo su e giù per sentieri che non conosco. Senza meta ma con la voglia
di andare. Piedi che entrano in fibrillazione e dicono "questa sì che è
vita". Piedi nomadi, che si sentono a casa solo lontani da casa. A 300
chilometri dall'ufficio e dalla quotidianità e che sognano di averne
altrettanti, di chilometri, da macinare sotto le suole. Piedi che possono svegliarsi
la mattina e decidere di volgere a destra, a sinistra oppure di rimanere fermi.
Piedi che stanno sempre due passi oltre la testa, perché tanto a guidarli è il
cuore. Se potessi scegliere cosa fare nella vita, se fosse un mestiere,
sceglierei di fare la vagabonda. Perché solo una “vagabonda per scelta” può
permettersi il lusso di ascoltare cuore e piedi, e basta. Perché addormentarsi
accanto ad un ruscello, cullata dal bisbiglìo dell’acqua, essere svegliata in
piena notte dalle gocce di pioggia che punteggiano la tenda, aprire le palpebre
con il taglio di sole che penetra la fenditura del proprio giaciglio, non ha
prezzo. In un mondo dove tutto ha un valore quantificabile in denaro, questo è
quello che non ha prezzo e che mi ricorda quando sia bello vivere. E anche se
per un periodo di tempo limitato, che coincide con “l’evasione estiva”, è quella cosa a cui non potrò mai rinunciare. E così ogni anno è la stessa storia:
zaino, tenda, piedi, cuore e via. La direzione è una, la meta invece non esiste: si
definisce di giorno in giorno, ora dopo ora, a seconda di quello che cuore decide di fare. I piedi e la testa, di
conseguenza, seguono.
Tatiana Tia Bertera Manzoni